“La Banca d’Italia certifica tutti i nostri timori sull’aumento dei tassi d’interesse da parte della Bce. La stretta monetaria è ormai una conclamata stretta creditizia, con effetti più negativi sul finanziamento delle spese in conto capitale, tanto delle famiglie per la casa quanto delle imprese per gli investimenti produttivi. L’auspicio è che Francoforte legga questi dati e il 2024 sia un anno di svolta, con una vera normalizzazione dopo gli eccessi dell’ultimo decennio”. Lo dichiara Marco Osnato – deputato di Fratelli d’Italia, presidente della Commissione Finanze e responsabile economico del partito – a commento dell’indagine “La domanda e l’offerta di credito a livello territoriale” con cui Via Nazionale, raccogliendo dati da 243 banche, ha certificato la caduta dei prestiti erogati nel 2023. “Il vero dramma è che, a differenza del passato, oggi la contrazione più evidente è dal lato della domanda: il costo del denaro è talmente elevato che si rinuncia all’indebitamento. Come indica l’aumento del credito al consumo, esiste una propensione a spendere che si ferma al breve periodo, tagliando la crescita rispetto al suo potenziale”, spiega l’esponente di FdI. “La Bce si renda conto che la cura da cavallo non sta funzionando: dopo l’errore opposto, quello dei ‘tassi zero’, l’inflazione resta ancora troppo alta”, aggiunge. “Eppure, nonostante un contesto tanto difficile, gli italiani potranno sempre contare sul sostegno della politica fiscale: Governo e Parlamento lavorano per loro. L’indipendenza dell’autorità monetaria è un valore prezioso, ma non sostituisca la saggezza nell’assumere decisioni”, conclude Osnato.
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