CORONAVIRUS: FDI, consentire asporto e cibo a domicilio

0
1045

“Molti ristoranti sono aperti per le
consegne a domicilio che spesso vengono effettuate da societa’
che richiedono percentuali altissime, fino al 20 per cento, e
che gravano sui bilanci gia’ disastrati dei ristoratori. Le
cucine dei ristoranti possono aprire e organizzare per le
consegne, ma e’ evidente che l’imprenditore viene sottoposto all’obbligo di un insensato balzello che potrebbe essere facilmente evitato fornendo l’alternativa dell’asporto”. Lo
dichiarano il capogruppo di FRATELLI D’ITALIA alla Camera, Francesco LOLLOBRIGIDA, e il capogruppo FDI in Commissione Finanze di Montecitorio, Marco Osnato. “Il quale asporto dovrebbe evidentemente avvenire in modo
organizzato, per esempio solo su prenotazione e con ingresso per
il ritiro di una persona al massimo all’interno dell’attivita’ commerciale, un po’ come avviene per tante altre attivita’ che gia’ svolgono questo compito come i forni, i tabaccai, i supermercati, in forma organizzata ma che permetta di ripartire
a molte attivita’ che non ce la fanno a pagare anche il balzello delle consegne a domicilio. La seconda questione e’ riferita alla possibilita’ di comprare, potrebbe relegarsi esclusivamente alla
zona della propria abitazione e quindi ovviamente nei ristoranti della propria area di competenza, cosi’ come avviene per i supermercati, quindi con modalita’ simili ad altre attivita’. In
conclusione oggi bisogna essere pragmatici, non bisogna modificare le norme sanitarie ma cercare di essere in grado di capire cio’ che succede realmente nell’ambito della societa’ e fare i correttivi rispetto a quanto si e’ deciso, se questo risulta illogico. Abbiamo assistito infatti anche in queste
festivita’ a una situazione paradossale nella quale tante famiglie, che avrebbero potuto ritirare dei pasti magari di qualita’ diversa rispetto a quelli della quotidianita’, non lo
hanno potuto fare e magari non si sono potute permettere, dal
loro punto di vista, anche l’aggravio che evidentemente il
ristoratore, se non e’ in grado di caricare totalmente sui propri
costi, e’ costretto a caricare sul cliente”.